La meta prevista era il rifugio Ponte di ghiaccio, quota 2545, raggiunto dopo una tranquilla camminata, in costante ma moderata salita, della durata di due ore. Lungo il sentiero numerose le tane di marmotte

Arrivati al rifugio ci siamo rifocillati con una super padella di pastasciutta

Quindi, sebbene a stomaco pieno, abbiamo ripreso il cammino verso la Forcella bassa di Punta bianca (mt. 2976) da dove si ridiscende per l'attraversamento della vedretta gran Pilastro, in direzione dell'omonimo rifugio e della vetta più alta delle Alpi Aurine, la nostra ambita meta di queste vacanze. 
In un'ora di cammino, senza grosse difficoltà ma in parte faticoso, siamo al valico.

In un'ora di cammino, senza grosse difficoltà ma in parte faticoso, siamo al valico.
Da lì la vista spazia in basso verso il rifugio Gran Pilastro, ma soprattutto in alto verso la vetta, a quota 3511 metri.

Sulla via del ritorno, ma già in prossimità del rifugio, si scatena un temporale con pioggia e grandine. Ecco cosa lascia per terra in soli quindici minuti.

Passata la tempesta riprendiamo la discesa verso il lago, concludendo l'escursione sotto la pioggia, un po' bagnati ma soddisfatti e convinti che l'ascesa al Gran Pilastro sia nelle nostre possibilità. In una giornata più clemente però!
 
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