C'erano un po' di emozione e di tensione in me, già da qualche giorno, per l'avvicinarsi di questo esordio.
Poi però ho pensato a loro...anch'essi al  primo giorno nella scuola superiore, e la tensione gradualmente si è sciolta.
Avevo portato la macchina fotografica, ma poi l'ho messa da parte, mi sembrava di nascondere a questi ragazzi una parte di me stesso, per una stupida esibizione, la fissazione di un momento che è solo il primo atto di una lunga storia tutta da costruire.
E allora ho cominciato a guardarli, a cercarli, soprattutto i soli 3 ragazzi di questa classe, per cogliere qualche prima impressione, cercare di far breccia,  aprire un varco in quella corazza che già incrosta le loro giovani personalità.
Prima impressione buona: il numero, 19, la serenità che traspare dai loro volti, soprattutto la consapevolezza dei motivi di una scelta.
La scuola che hanno scelto, infatti, offre la possibilità di accedere ad un impiego o di proseguire gli studi.
Alcuni, consapevoli di non essere destinati a lunghe avventure di studio (università...)ma desiderosi di una qualifica piena.
Altri per le materie (l'indirizzo è un linguistico-aziendale)
Altri ancora già proiettati verso un'attività commerciale che in famiglia si porta avanti con impegno e sacrificio.
L'impressione di una grande maturità che stride con l'immagine di questi giovani propagandata dai media.
Ma domani è un altro giorno e...potrei ricredermi.
Mi aspettano i 28 della prima B (IGEA).
Già solo il numero...
La riprova che la scuola, per diventare veramente una cosa seria, non ha bisogno di +tabelline e grammatica , ma di superare le sperequazioni e d' imparare a saper gestire la sempre crescente complessità.