La poesia l'avete imparata...i disegni sono molto belli...
la pace è ancora nei nostri e nei vostri sogni
La poesia l'avete imparata...i disegni sono molto belli...
la pace è ancora nei nostri e nei vostri sogni
Ciao ragazzi, noi quest'anno faremo la festa dell'accoglienza
penso che lo sappiate! Da quando è incominciata la scuola,ci stiamo preparando per questa meravigliosa festa. All'inizio ci siamo esercitati a leggere la storia fantastica della Sirenetta.
Il giorno dopo sono venuti i bimbi di prima, ci siamo conosciuti e la mia bimba si chiama Maria ed è una stupenda cinesina.
Poi abbiamo imparato un canto che si intitola LA SIRENETTA E SEBASTIAN:IN FONDO AL MAR
Sonia 5^g
Beslan, lo so, sono un cattivo padre io, 
ma davvero dovrò assistere 
alla fine di tutti i cinque figli miei 
sopravvivendo nella vecchiaia per castigo? 
Lo so, non sono in una città straniera 
mentre cerco il mio cuore tra i fiotti del dolore 
inciso goffamente col coltello 
in quell'ultimo banco bruciato della scuola. 
Che cosa sarai mai in Russia tu, o poeta? 
Paragonato al tritolo, sei un moscerino. 
E non abbiamo oggi scusa alcuna 
se sulla terra tutto questo accade. 
Come ad un tratto lì a Belsan tutto si fonde ancora: 
l'inafferrabilità, il caos, l'orrore 
l'imperizia di saper salvare senza fare vittime 
e al tempo stesso tutte quelle storie di coraggio. 
E il passato, guardandoci, trema 
e il futuro, promessa innocente, 
tra i cespugli si sottrae al presente 
che gli spara alla schiena. 
Ma la mezza luna abbraccia la croce. 
Tra i banchi bruciati e tra i cespugli 
come fratelli vagano Maometto e Cristo 
raccogliendo dei bambini i pezzi. 
Oh Dio dai tanti nomi, abbracciaci tutti! 
Che davvero dovremo seppellire senza gloria 
accanto ai bambini di ogni credo 
noi stessi nel cimitero di Beslan? 
Quando andavano i convogli in Kazakhstan, 
stracolmi di ceceni ammassati l'un sull'altro, 
il terrore futuro si stava generando là, 
nel liquido amniotico di quei nascituri. 
Laggiù, in quella prima culla sempre più cattivi, 
si stringevano loro, felici di nascondersi così, 
eppur sentivano attraverso il grembo della madre 
il calcio dei fucili sulle teste. 
E certo non pregavano Mosca 
che li confinava nella steppa, dove tutto è piatto e spoglio, 
come se per incanto sulla terra 
Satana avesse cancellato i monti antichi. 
Ma la lama ricurva della luna, lì 
tra le fessure nei tetti delle case di terra 
ricordava loro il segreto dell'Islam 
tra gli slogan sovietici dell'inganno 
E l'arroganza plebea di Eltsin, 
e la fanfaronata di Graciov su quella "guerra-lampo" 
li spinsero poi verso i primi attentati,, 
e allora alla guerra non ci fu più scampo... 
Le kamikaze cecene portano esplosioni sul petto, 
alla vita, e al posto della collana al collo. 
E come sempre, tanti più morti si lasciano alle spalle 
tanto più basso è il prezzo della vita. 
Com'è cambiato il volto del firmamento, 
la tenebra a Beslan esplode solo per i tank, 
e ha sussultato al pensiero della fine 
in quella scuola e il quel campo di basket laggiù 
la mina innescata da Stalin. 
Ma a niente serve la vendetta. 
Salvaci, Dio dai molti nomi, dalla vendetta. 
Finché ci sono ancora bimbi vivi, 
non ci dimentichiamo la parola "insieme". 
Nessuno di noi è eroe da solo, 
ma dinnanzi alla nuda verità tutti noi siamo nudi. 
Io sto insieme ai bambini bruciati. 
Sono anch'io uno di loro... Uno della scuola di Beslan. 
(traduzione di Nadia Cicognini)
(9 settembre 2004)
Una poesia sulla pace che circola in rete; è tratta dal sito I giochi di Elio
Le voci dei bimbi il vento raccoglie 
e poi le sparpaglia tra i rami e le foglie
di alberi antichi, con grosse radici
che sanno ascoltare le cose che dici
per poi raccontarle, giù... giù... nel profondo
al Cuore che batte al centro del mondo.
Se un bimbo sorride, sorride anche il Cuore
ed ecco spuntare in un prato un bel fiore.
Se un bimbo è felice, il Cuore è contento
e nascon farfalle che danzan col vento.
Ma, a volte, le risa diventano pianti:
le lacrime scendono, calde e pesanti,
colpiscon la Terra che trema, impaurita,
vedendo la morte mischiarsi alla vita.
Ossezia, Israele, Iraq, Palestina...
tra bombe e fucili la morte cammina,
portando con sé ceceni, afghani
e tanti, tantissimi bimbi africani!
Bombardano, sparano e parlan di pace,
al Cuore del mondo ‘sta cosa non piace:
“Se di odio e violenza riempite la Terra,
non siate bugiardi: chiamatela guerra!
La pace è sorridere, darsi la mano,
dormire tranquilli, guardare lontano
e in fondo vedere, nel cielo sereno,
i sette colori dell’arcobaleno.
Soltanto se spargi la voglia di amare
il vento sorride e può allora portare
agli alberi antichi e alle loro radici
le voci ed i sogni di bimbi felici!”