martedì 28 settembre 2004

Voglia di pace

La poesia l'avete imparata...i disegni sono molto belli...


la pace è ancora nei nostri e nei vostri sogni



guardate il vostro lavoro


 

giovedì 23 settembre 2004

Ciao ragazzi, noi quest'anno faremo la festa dell'accoglienza



penso che lo sappiate! Da quando è incominciata la scuola,ci stiamo preparando per questa meravigliosa festa. All'inizio ci siamo esercitati a leggere la storia fantastica della Sirenetta.



Il giorno dopo sono venuti i bimbi di prima, ci siamo conosciuti e la mia bimba si chiama Maria ed è una stupenda cinesina.


Poi abbiamo imparato un canto che si intitola LA SIRENETTA E SEBASTIAN:IN FONDO AL MAR


Sonia 5^g

giovedì 9 settembre 2004

 


Sempre dalla rete,...una poesia di Evtushenko,


La scuola di Beslan

di Evghenij Evtushenko

Io sono uno che non ha mai finito una scuola in vita sua
Uno che ha sempre pagato per le malefatte altrui
ma ora vengo a te, Beslan,
per imparare davanti alle rovine della scuola tua.

Beslan, lo so, sono un cattivo padre io,
ma davvero dovrò assistere
alla fine di tutti i cinque figli miei
sopravvivendo nella vecchiaia per castigo?


Lo so, non sono in una città straniera
mentre cerco il mio cuore tra i fiotti del dolore
inciso goffamente col coltello
in quell'ultimo banco bruciato della scuola.


Che cosa sarai mai in Russia tu, o poeta?
Paragonato al tritolo, sei un moscerino.
E non abbiamo oggi scusa alcuna
se sulla terra tutto questo accade.


Come ad un tratto lì a Belsan tutto si fonde ancora:
l'inafferrabilità, il caos, l'orrore
l'imperizia di saper salvare senza fare vittime
e al tempo stesso tutte quelle storie di coraggio.


E il passato, guardandoci, trema
e il futuro, promessa innocente,
tra i cespugli si sottrae al presente
che gli spara alla schiena.


Ma la mezza luna abbraccia la croce.
Tra i banchi bruciati e tra i cespugli
come fratelli vagano Maometto e Cristo
raccogliendo dei bambini i pezzi.


Oh Dio dai tanti nomi, abbracciaci tutti!
Che davvero dovremo seppellire senza gloria
accanto ai bambini di ogni credo
noi stessi nel cimitero di Beslan?


Quando andavano i convogli in Kazakhstan,
stracolmi di ceceni ammassati l'un sull'altro,
il terrore futuro si stava generando là,
nel liquido amniotico di quei nascituri.


Laggiù, in quella prima culla sempre più cattivi,
si stringevano loro, felici di nascondersi così,
eppur sentivano attraverso il grembo della madre

il calcio dei fucili sulle teste.


E certo non pregavano Mosca
che li confinava nella steppa, dove tutto è piatto e spoglio,
come se per incanto sulla terra
Satana avesse cancellato i monti antichi.


Ma la lama ricurva della luna, lì
tra le fessure nei tetti delle case di terra
ricordava loro il segreto dell'Islam
tra gli slogan sovietici dell'inganno


E l'arroganza plebea di Eltsin,
e la fanfaronata di Graciov su quella "guerra-lampo"
li spinsero poi verso i primi attentati,,
e allora alla guerra non ci fu più scampo...


Le kamikaze cecene portano esplosioni sul petto,
alla vita, e al posto della collana al collo.
E come sempre, tanti più morti si lasciano alle spalle
tanto più basso è il prezzo della vita.


Com'è cambiato il volto del firmamento,
la tenebra a Beslan esplode solo per i tank,
e ha sussultato al pensiero della fine
in quella scuola e il quel campo di basket laggiù
la mina innescata da Stalin.


Ma a niente serve la vendetta.
Salvaci, Dio dai molti nomi, dalla vendetta.
Finché ci sono ancora bimbi vivi,
non ci dimentichiamo la parola "insieme".


Nessuno di noi è eroe da solo,
ma dinnanzi alla nuda verità tutti noi siamo nudi.
Io sto insieme ai bambini bruciati.
Sono anch'io uno di loro... Uno della scuola di Beslan.


(traduzione di Nadia Cicognini)

(9 settembre 2004)

mercoledì 8 settembre 2004

Una poesia sulla pace che circola in rete; è tratta dal sito I giochi di Elio


VOGLIA DI PACE




Le voci dei bimbi il vento raccoglie


e poi le sparpaglia tra i rami e le foglie


di alberi antichi, con grosse radici


che sanno ascoltare le cose che dici


per poi raccontarle, giù... giù... nel profondo


al Cuore che batte al centro del mondo.




Se un bimbo sorride, sorride anche il Cuore


ed ecco spuntare in un prato un bel fiore.


Se un bimbo è felice, il Cuore è contento


e nascon farfalle che danzan col vento.




Ma, a volte, le risa diventano pianti:


le lacrime scendono, calde e pesanti,


colpiscon la Terra che trema, impaurita,


vedendo la morte mischiarsi alla vita.


Ossezia, Israele, Iraq, Palestina...


tra bombe e fucili la morte cammina,


portando con sé ceceni, afghani


e tanti, tantissimi bimbi africani!




Bombardano, sparano e parlan di pace,


al Cuore del mondo ‘sta cosa non piace:


“Se di odio e violenza riempite la Terra,


non siate bugiardi: chiamatela guerra!


La pace è sorridere, darsi la mano,


dormire tranquilli, guardare lontano


e in fondo vedere, nel cielo sereno,


i sette colori dell’arcobaleno.



Soltanto se spargi la voglia di amare


il vento sorride e può allora portare


agli alberi antichi e alle loro radici


le voci ed i sogni di bimbi felici!”