martedì 5 febbraio 2008

Società ingiusta o futuro equo?

Leggendo come al mio solito un po' a spizzichi e bocconi alcuni volumi che, in questi giorni di pre-crisi, campeggiano sparpagliati tra scrivania e tavolino nel mio studio, ho ritrovato una ricorrente citazione di Sant'Agostino, che ben si presta come chiave di lettura dei nostri casi:


"Remota itaque iustitia, quid sunt regna nisi magna latrocinia"?

Senza giustizia che cosa sarebbero in realtà i regni, se non bande di ladroni?




In questo paese, in cui una grossa banda di ladroni si appresta a far sacco, o dove ormai ricorrentemente si alternano al potere dette bande, deve evidentemente esserci un deficit di giustizia.

Lo osservo nel mio piccolo, il mondo della scuola, in cui mi tocca vivere per campare, col ritorno dell'Università selettiva, con il proliferare dei Master a pagamento, con l'abbandono a se stessa della scuola "per tutti".

Queste sono forme di ingiustizia, perchè contraddicono i principi costituzionali su cui si regge lo stato equo e giusto.

Ma da questa società ingiusta può nascere un futuro equo?

La giustizia o è globale o non è.

Come possiamo credere ad una società giusta se a livello globale non esiste giustizia?

Il passo di Sant'Agostino, tratto dal De civitate dei,  l'ho trovato citato in due libri:

il primo è un pamphlet su La politica perduta di qualche anno fa, scritto da Marco Revelli. Il politologo torinese crede ormai esaurito il paradigma della politica moderna, costruito sul monopolio legittimo del male e sulla eterogenesi da esso implicata (dall'uso del male, tipico del potere politico, al bene).

Per uno stato equo, secondo Revelli, occorre rinunciare all'enfasi sui mezzi di potenza, per iniziare a praticare attivamente, politicamente, logiche "altre", e vale a dire cooperative, connettive, relazionali.

L'altro libro in cui ho trovato il riferimento a società e giustizia in sant'Agostino è il report del Wuppertal Institut a cura di W. Sachs e T. Santarius dal titolo Per un futuro equo. Quella a cui si appellano gli studiosi del gruppo di ricerca tedesco è una sorta di giustizia preventiva.

"Per il mondo sociale la giustizia ha, per così dire, lo stesso valore attribuibile all'ecosistema per il mondo naturale e al linguaggio per il mondo culturale: è la spina dorsale di un ordine permanente".

Cerchiamo di non dimenticarcene, visto che da domani saremo in campagna elettorale!